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Corot, Jean-Baptiste Camille.

Pittore francese. Dapprima avviato al commercio, all'età di ventisei anni ottenne di studiare con i pittori neoclassici Michallon e Bertin, che lo indirizzarono verso la pittura di paesaggio secondo la tradizione ereditata da Poussin. Ebbe modo di trascorrere la vita dedicandosi esclusivamente all'arte. Compì numerosi viaggi in Italia; la prima volta nel 1825 insieme a Betin e ad Aligny, e, successivamente, nel 1834 e nel 1843. Non è tuttavia da credere che il paesaggio italiano, fecondo di rovine storiche, abbia ispirato in C. i convenzionali motivi classicheggianti, divenuti ormai retorici e vuoti. Ogni sovrapposizione culturale cade di fronte all'originalità e alla spontaneità del grande pittore, il cui pennello, libero e vibrante, riproduce la visione interiore ricca di colore e di accordi. Nel 1827 partecipò per la prima volta al Salon con il Ponte di Narni, composizione ancora costretta in schemi tradizionali, ma che già mostrava con chiari segni la vasta latitudine della sua concezione pittorica. Del resto tutta l'opera di C. (definita, a torto o a ragione, impressionistica) è permeata di armonici accostamenti cromatici nel luminoso spaziare della visione, in un lirismo pittorico che è autentica poesia. Così in Il Colosseo visto dai giardini Farnese (1826) classicità e paesaggio filtrano attraverso il moderno spirito di C. Tra le altre opere più importanti citiamo: Autoritratto (1825), La cattedrale di Chartres (1830), Il Canal Grande visto dal campo della Carità (1834), La città e il Lago di Como (1834), Tivoli: i giardini della villa d'Este (1843), Marietta, l'odalisca romana (1843), La donna in blu (1874), Interno della cattedrale di Sens (1874) (Parigi 1796-1875).
Camille Corot: “Il ponte romano di Narni”